CONTRATTI A TERMINE 'ABUSIVI' NELLE SCUOLE, STORICA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA

La Corte di giustizia, con una sentenza destinata a fare storia nell'ordinamento italiano, accoglie un principio che avevo invocato già nel 2008-09. L'applicazione della direttiva comunitaria 1999/70 CE prevede che, nel caso in cui lo Stato abbia intrattenuto rapporti di lavoro a tempo determinato per un periodo superiore a 36 mesi, si determini il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. E' il caso del personale delle scuole, sia docenti che Ata. Qualora siano stati stipulati contratti, sia per colmare posti vacanti che in caso di posti disponibili, o ancora per supplenze apparentemente temporanee ma che reiterate negli anni dimostravano che le esigenze erano stabili e non provvisorie, è possibile vantare il diritto, allo scadere del periodo, ad essere immessi di ruolo.

Si tratta di una battaglia che ho condotto fra le prime in Italia, ritenendo la necessità di salvaguardare la dignità e la libertà dei lavoratori, vittime di un ricorso abusivo a contratti a termine, affermando altresì un principio di uguaglianza con gli altri lavoratori dei paesi europei. In questo momento pendono davanti al Giudice del lavoro di Palermo circa 200 ricorsi, promossi già nel biennio 2009-10, in relazione ai quali la Sezione lavoro dovrà a mio avviso esprimersi, alla luce di questa importante decisione, con l'accoglimento. Ritengo inoltre che questi principi non riguardino esclusivamente il mondo della scuola, ma vadano applicati tutte le volte in cui il ricorso a contratti a termine, sia con un datore di lavoro pubblico che privato, sia elusivo del principio più generale del nostro ordinamento che individua sino ad oggi, nel contratto a tempo indeterminato, la condizione naturale e di maggior tutela dei lavoratori.

Nadia Spallitta (nella foto)