CGIL - IDEE PER CREARE LAVORO: LA TERRA ALLE NUOVE GENERAZIONI
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Il 25 e 26 gennaio 2013 nella Conferenza di Programma la CGIL ha presentato il Piano del Lavoro, con l'obiettivo di creare lavoro per dare futuro e sviluppo al Paese.
La proposta di un Piano del Lavoro nasce dalla ferma convinzione che non si aprirà una nuova stagione di crescita e di sviluppo del nostro Paese se non si parte dal lavoro e dalla creazione di lavoro.
Il Piano è stato lasciato aperto al confronto e ai contributi delle diverse istanze territoriali.
La Flai Cgil Sicilia nel corso di questi anni ha fortemente sostenuto l'idea che per uscire dalla crisi e creare lavoro bisogna puntare alle vere vocazioni produttive ed occupazionali della nostra regione.
Proprio su questi temi nel Congresso della Flai Regionale di quest'anno sono state fatte analisi ed elaborazioni e avanzate proposte di merito.
Tra i pilastri portanti di un nuovo sviluppo economico della Sicilia, abbiamo sostenuto e sosteniamo il ruolo fondamentale dell'agricoltura e della filiera agroalimentare, della salvaguardia dell'ambiente e la tutela del suolo.
Sulla terra non si produce solo cibo, ma si protegge e si rielabora il paesaggio, si cura il suolo, si alimenta la biodiversità, si combattono i cambiamento climatici.
La nostra riflessione parte dalla constatazione che la crisi non produce solo disoccupazione, impoverimento delle fasce deboli e tagli allo stato sociale, ma anche mancanza di percorsi reali di reinserimento professionale e formazione di chi ha perso il lavoro. Molte proprietà pubbliche e/o private sono abbandonate, inutilmente esterne ai processi di produzione: sono terreni agricoli, boschi, casali. Crediamo che queste cose debbano essere messe insieme e diventare una seria prospettiva di sviluppo e di occupazione per le nuove generazioni.
La terra, le terre possono essere messe a disposizione per il reinserimento dei sottooccupati e per finalità sociale; un patrimonio pubblico che sia di pubblica utilità sociale compresi i beni confiscati alla mafia.
La storia ci dice che le grandi crisi economico-sociali mondiali, sono state superate anche e soprattutto attraverso la tutela e valorizzazione del territorio.
Il settore agricolo e alimentare siciliano nel periodo acuto della crisi in continuità con la tendenza nazionale, ha fatto registrare gli unici segnali positivi sia in termini di export che di occupazione.
Il settore anche se attraversato da forti criticità, ha tutte le potenzialità per diventare maturo sotto il profilo economico e quindi in grado di creare sviluppo produttivo e nuova e qualificante occupazione.
C'è bisogno di una nuova agricoltura 'multifunzionale' capace di garantisce cibo buono e salute, tutela delle risorse naturali e della varietà genetica, tutela dei saperi, ospitalità, bellezza del paesaggio ma anche di costruire una nuova economia solidale, in grado di erogare e mantenere servizi sociali, educativi e formativi anche nelle aree rurali marginali. Un'agricoltura basata sul rispetto delle regole, dei diritti del lavoro, capace di accogliere la presenza sul nostro territorio di lavoratori immigrati come un'opportunità di civiltà e di crescita, rigettando qualunque infiltrazione delle illegalità e delle forme di sfruttamento schiavistico sulla persona e nel lavoro.
Basterebbe solo ridurre il gap tra produzione e consumo: 10 miliardi di spesa per il consumo, 4 miliardi di produzione, 75% di importazioni alimentari, per avere un'idea concreta delle grandi potenzialità che può offrire il settore agroalimentare siciliano.
Per la Flai pertanto una risposta al tema del creare lavoro passa attraverso l'uso e la valorizzazione della terra e l'accesso alla terra alle nuove generazioni.
In questa direzione esistono l'esempio positivo dell'utilizzo delle terre confiscate alla mafia e gestite da giovani attraverso le cooperative sociali e l'importante novità introdotta dal Governo Regionale della Sicilia attraverso la costituzione della Banca della Terra.
Partendo da questi fatti, riteniamo che bisogna puntare ad allargare e coinvolgere i diversi soggetti istituzionali e soprattutto, bisogna coinvolgere e allargare la partecipazione ai giovani.
Da qui l’idea di formulare una proposta di legge organica di iniziativa popolare per affidare terre del demanio e/o private inutilizzate o sottoutilizzate a cooperative sociali e piccoli produttori agricoli, mettendo il patrimonio pubblico e/o privato al servizio di un modello produttivo basato sulla qualità della filiera corta e favorendo l'occupazione ed il reinserimento di soggetti svantaggiati.
Vogliamo farlo attraverso la discussione e la presentazione di un ddl di iniziativa popolare, per creare attorno alla proposta il giusto clima politico e culturale e soprattutto il coinvolgimento dei giovani.
La proposta di legge prevede di partire da un inventario dell'esistente e si concretizzerà nei bandi attraverso i quali gli enti locali territoriali faranno le necessarie verifiche e procederanno agli affidamenti di terreni che comunque resteranno di proprietà pubblica e/o privata.
Un progetto di legge a sostegno di una imprenditoria agricola che vuole valorizzare il territorio rurale per dare così una risposta potenziale a tanti lavoratori giovani, donne e uomini.
Alla vigilia di EXPO Milano 2015 che ha come titolo “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, una legge coerente con la convenzione siglata fra la Regione Sicilia ed EXPO Milano 2015 per gestire il Cluster Bio-Mediterraneo “Cibo, Tradizione e Dieta Mediterranea”.
L'urgenza del provvedimento è nella prospettiva di intercettare i fondi comunitari con la nuova programmazione del PSR della Sicilia 2014/2020 (dotazione 2 miliardi 270 milioni di euro). Un proposta di legge senza alcun aggravio economico a carico per le casse della Regione.