Gli Ultimi Stazzunari,omaggio alla Memoria di Litterio e Salvatore Iachetta
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A Collesano c′è una ceramica antica, anzi antichissima, che nel tempo ha saputo distinguersi per "originalità ed eleganza",,,, e solo una capillare indagine sugli atti notarili del ‘700 collesanese e madonita , a potuto restituire lo spessore di una attività ceramistica che affonda le radici almeno alla fine del ‘500. La ricerca archivistica ha consegnato nomi di parecchie famiglie che a lungo hanno esercitato l′arte, a volte per secoli: i Cellino,i Barbera, I Carrà, i Catalano, i Cirri e poi ancora i Morales, i Di Paola, i Pizzillo ed altri che da documenti storici del comune di Collesano appaiono esercitare l′arte almeno a cominciare dal primissimo ‘800, fino ad arrivare agli ultimi rappresentanti con le famiglie Asciutto e Iachetta. Sono queste le famiglie che hanno mantenuta viva la produzione non solo di tegole e quartare, ma anche di candelieri, brocche, oliere, fiaschi, acquasantiere e lucerne antropomorfe. La figura di Litterio Iachetta si introduce intorno al 1920 quando ancora ragazzo, al ritorno dal servizio di leva, viene iniziato al mestiere dal patrigno Rosario Carrà e da li a qualche anno acquista i vecchi "stazzuna" in via Bagherino di proprietà dei Barbera che proprio in quel periodo smettono di lavorare,ripristina i locali diroccati e da inizio alla
sua produzione che manterrà attiva negli anni successivi con l′aiuto dei figli, Rosario come torniante, Salvatore e Giuseppe come ragazzi di fatica, e della moglie e delle figlie in bottega; produce per il fabbisogno collesanese utensili da cucina,,,,,,,fa′ fiere nei paesi madoniti e partecipa a mostre in diverse regioni d′Italia e non solo, ricevendone diplomi, encomi e medaglie di bronzo,di argento e perfino d′oro. La sua produzione cesserà qualche anno prima della sua morte avvenuta nel 1974. E′ qualche mese dopo la sua morte che il figlio Salvatore, pur essendo impiegato all′Ente Minerario Siciliano, decide di proseguire l′attività del padre e di "dare fuoco" nuovamente alle vecchie fornaci attivando in contemporanea un laboratorio a Palermo coadiuvato dalla moglie Rosa prima e dai figli dopo. E′ proprio a Salvatore Iachetta,alla sua tenacia e alla sua caparbietà se si deve una continuità ceramistica collesanese, essendo riuscito nell′intento di far parlare ancora di Collesano come singolare centro di produzione ceramistica madonita e, di
lasciare il testimone alle figlie Cinzia ed Antonella e al suo stimato allievo Giuseppe Manganello.
Nicolò Di Maria