Nel cuore della Sicilia tra gli artigiani del gelato

I siciliani adorano il gelato, a tal punto che in estate lo consumano perfino a colazione. Una brioscia riempita con un′abbondante porzione di gelato al caffè o alla nocciola e ricoperta da un ghirigori di panna montata fa partire con il piede giusto un siciliano che deve affrontare la sua giornata. Per chi la preferisce, esiste una versione più leggera, costituita da una brioscia e da un bicchiere di granita - di caffè, di limone o, nella Sicilia orientale, di mandorla - servito a parte. Come il nome lascia intuire, la brioscia è - tanto nel nome quanto nella sostanza - la reinterpretazione siciliana della brioche francese, e si dice sia stata creata dal pasticcere svizzero Caviezel che aprì a Catania una pasticceria all′inizio del XIX secolo. Molto simile esteriormente a un panino americano per l′hamburger, una buona brioscia deve essere morbida, vagamente dolce e in grado di assorbire ciò che al suo interno si scioglie gradualmente, senza mai diventare gommosa. I bambini siciliani sin da piccoli acquisiscono la tecnica più opportuna a consumarne rapidamente una - prima che tutto il gelato all′interno si sciolga - con un′abile sequenza di schiacciamenti, morsi e leccatine.
Gli stranieri, che nel XVIII e XIX secolo raggiungevano, nel loro Grand Tour in Italia, la Sicilia, restavano meravigliati dalla passione con la quale gli abitanti dell′isola si procuravano la scorta di neve e consumavano i gelati prodotti con essa. Talmente grande era ed è la loro passione - e, potremmo aggiungere, a tal punto delizioso il gelato siciliano - che i siciliani sono convinti di esserne proprio gli inventori, di essere i custodi di un segreto culinario portato fin qui - secondo una leggenda locale - dagli invasori arabi dell′VIII secolo, abituati a utilizzare la neve per raffreddare i loro sarbat, sciroppi di frutta diluiti in acqua... CONTINUA