Paure e tensioni dopo tre giorni di sciopero
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Dopo tre giorni di sciopero ripartono oggi le catene di montaggio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e delle fabbriche dell′indotto. Una decisione assunta anche per raffreddare il clima delle relazioni sindacali che aveva visto dividersi le organizzazioni dei lavoratori: i "falchi" di Fiom Cgil e Uilm Uil da un lato, e le "colombe" della Fim Cisl dall′altro, favorevoli queste ultime, già dopo il tavolo tecnico romano di mercoledì scorso, a una ripresa dell′attività nelle fabbriche, in attesa della riunione di settembre con il Lingotto dedicata all′auto e a Termini.
Ma si tratta di ricomporre le divisioni. "La vertenza è lunga - avverte Vincenzo Comella della Uilm Uil che tende la mano ai colleghi della Fim - ed è importante condurla in maniera unitaria; la nostra spaccatura sarebbe deleteria per questa causa e per tutto il comprensorio". L′obiettivo è pure quello di tenere aperto un canale utile di dialogo con la Fiat che al momento, però, non sembra volere retrocedere rispetto alla decisione sospedere dal 2012 la produzione dell′auto in Sicilia.
I duemila lavoratori del comprensorio, in forte affanno tra i timori per il futuro e il ridimensionamento delle buste paga a causa delle giornate di sciopero, si preparano peraltro all′ennesimo e gia′ annunciato periodo di cassa integrazione dal 22 al 31 luglio.
E domani è previsto a Termini Imerese un direttivo della Fiom con il leader nazionale Gianni Rinaldini.