Fiat, nuovi scioperi a Termini e Melfi. Fiom: situazione insostenibile
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Nuovi scioperi negli stabilimenti Fiat, dove cresce la tensione per il piano industriale annunciato dall′amministratore delegato Sergio Marchionne. Oggi a Termini Imerese gli impianti sono rimasti ancora chiusi: per il secondo giorno consecutivo gli operai hanno scioperato contro la decisione di riconvertire la fabbrica. Una vertenza che si profila lunga e dura. Per questo, la Fim-Cisl ha proposto alle altre sigle dei metalmeccanici di sospendere gli scioperi fino all′avvio del confronto che dovrebbe partire a settembre.
Un nuovo sciopero di due ore è stato proclamato poi oggi dalla Fiom-Cgil anche nello stabilimento di Melfi (Potenza) in segno di protesta contro «il mancato pagamento del premio di produzione». Il segretario regionale della Fiom, Giuseppe Cillis, ha riferito che «i lavoratori stanno facendo cortei all′interno dello stabilimento e hanno esposto striscioni contro manager "super-pagati" che non danno il via libera al pagamento del premio di produzione per gli operai, così come era stato deciso con l′accordo del 2006».
La situazione che si è determinata negli stabilimenti del gruppo Fiat è «incomprensibile e inaccettabile», afferma il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, ricordando che agli annunci relativi alla volontà di chiudere lo stabilimento Cnh di Imola e di non produrre più automobili nello stabilimento Fiat di Termini Imerese si accompagnano, negli altri stabilimenti, «comportamenti che determinano un′inevitabile crescita della tensione sociale, come alla Sevel della Val di Sangro o alla Fiat Auto di Pomigliano d′Arco».
La Fiom si dice preoccupata della possibilità che non venga pagato a fine mese il premio di risultato, «cioè la quota annua del salario aziendale». In questo quadro «si colloca il conflitto in corso alla Fiat Auto di Melfi, uno dei pochi stabilimenti dove l′attività produttiva si svolge a pieno ritmo. L′atteggiamento arrogante dell′azienda che licenzia i lavoratori precari, chiede gli straordinari e nulla dice sul premio di risultato è l′ennesima conferma dello stato confusionale in cui versa oggi il gruppo dirigente della Fiat», afferma Rinaldini che, per tutti questi motivi annuncia che la Fiom sostiene «pienamente la lotta dei lavoratori di Melfi» e ribadisce che la «perdita di produzione che si sta determinando in questo stabilimento va attribuita per intero alle responsabilità dell′azienda».
In attesa che la Fiat chiarisca il futuro degli stabilimenti italiani, continuerà la mobilitazione dei lavoratori «per opporsi a qualsiasi chiusura», ha aggiunto Rinaldini.
Fonte: [il messaggero.it]